Le Torbiere del Sebino: la natura a due passi dalla città

Dopo molto tempo torno a scrivere sul blog. Negli ultimi due mesi gli impegni di lavoro mi hanno tenuta fuori casa spesso e non porto mai dietro il computer.

Nei miei programmi avevo intenzione di andare, anzi tornare sulle Dolomiti per tre giorni, per staccare dal lavoro e prendere una pausa. Putroppo spese impreviste dell’ultimo minuto mi hanno impedito di andare, con grande dispiacere della sottoscritta. Per non rimanere dentro casa e con le belle giornate estive, ho deciso di visitare un posto scoperto per caso accanto al lago d’Iseo, le Torbiere del Sebino. A volte fare la turista a casa propria è piacevole.

Un’area naturale protetta a pochi passi dalla città

Le Torbiere del Sebino è un’area naturale protetta accanto al lago d’Iseo. Ha origine dall’attività di estrazione della torba, da cui il nome “torbiere”, un deposito di resti vegetali impregnati d’acqua che non possono essere decomposti interamente. Si tratta quindi di un’area nata dalla mano dell’uomo (sono presenti campi coltivati), la cui estensione è di 360 ettari composti prevalentemente da canneti  e specchi d’acqua.

Una parte è a diretto contatto con il lago d’Iseo denominata Lametta e l’altra è formata da grandi vasche intervallate da argini di terra denominata Lama; è presente anche un’area dedicata all’escavazione dell’argilla.

L’area delle Torbiere è stata dichiarata “zona umida di importanza internazionale” secondo la convenzione di Ramsar, “zona speciale di conservazione” e “zona di protezione speciale”. Si tratta quindi di un’area importante per la biodiversità nella pianura padana lombarda: all’interno vivono numerose specie vegetali, animali e ittici. Per proteggere questa biodiversità è ASSOLUTAMENTE vietato portare all’interno cani o altri animali, fare il bagno e organizzare pic nic, andare in bicicletta e trafugare piante o animali.

Percorsi e orari

L’area è aperta tutti i giorni dall’alba al tramonto. L’accesso è gratuito per i residenti di Iseo, Provaglio d’Iseo e Cortefranca; per i non residenti è necessario pagare il ticket di 1 euro tramite appositi erogatori automatici che si trovano ad ogni ingresso. Gli erogatori accettano monete da 10, 20, 50 centesimi e 1 euro e non eroga resto. Si consiglia di conservare sempre con sè il biglietto per evitare sanzioni in caso di controlli. I soldi servono per finanziare i lavori di ricerca e conservazione della riserva.

I percorsi sono principalmente due: il percorso nord e il percorso sud ed entrambi si incrociano con quello centrale.

Percorso nord: partenza dal Centro visite, si snoda tra Lama e Lametta per il tratto iniziale e per il resto tra zone di bosco e i vigneti della Franciacorta. D’interesse la torretta per il birdwatching, da cui ho fatto alcune foto.

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Torretta birdwatching. Foto dal sito ufficiale

Percorso centrale: il migliore a mio parere. Partenza dal monastero di San Pietro in Lamosa, si attraversa il cuore della riserva su una lunga passerella in legno.

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Passerella in legno del percorso centrale

Percorso sud: parte anch’esso dal monastero. Si attraversano zone di campi coltivati e tratti di bosco da cui si scorgono i primi specchi d’acqua. Sono presenti vasche dove è consentita la pesca.

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Monastero di San Pietro in Lamosa

Consiglio personale: se andate, portate con voi un antirepellenti per la zanzare per le zone scoperte del corpo e un gel post puntura. Le zanzare con me hanno fatto un bel banchetto….

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Mappa dell’area delle Torbiere

 

La biodiversità delle Torbiere

Ninfea acquatica

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La ninfea acquatica (Nymphaea alba L.) è un erba appartenente alla famiglia delle Nymphaeaceae.  Le foglie sono piane a contorno circolare o ovale, liscie superiormente, che galleggiano sull’acqua. Il picciolo è lungo e flessibile. I fiori sono bianco-candidi, solitari, grossi (10-12 cm di diametro), profumati, e natanti. La corolla è formata da circa 20 petali oblungo-lanceolati disposti in più serie a spirale; il calice è formato da 4 sepali coriacei e persistenti. I frutti maturano sott’acqua e contengono semi globosi (2-3 mm).  Il periodo di fioritura è tra giugno e settembre.

Libellula

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La libellula appartiene alla famiglia delle Libellulidae. Il nome deriva dal latina libra, ovvero bilancia, per il fatto che in volo tiene le ali orizzontali. Gli occhi sono generalmente composti da 50 mila ommatidi e antenne relativamente brevi. Le ali consentono un volo rapido e sicuro e possono raggiungere una velocità di 50 km/h. Le zampe sono inserite anteriormente sul corpo e raramente sono usate per camminare. Si nutrono di insetti che afferrano e divorano in volo.

Svasso maggiore

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Lo svasso maggiore (Podiceps cristatus) appartiene alla famiglia dei Podicipedidi. Si caratterizza per colori vivaci e le movenze aggrazziate, è anche un eccellente nuotatore. Si immerge per la ricerca di cibo e in caso di pericolo. Sono lunghi 46-51 cm e hanno un’apertura alare di 59-73 cm. Costruiscono un nido a piattaforma galleggiante, costituito da ramoscelli, cannucce e piante acquatiche. Si nutrono principalmente di pesce, ma anche di girini, gamberetti, ragni e insetti d’acqua.

Cormorano

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Il cormorano (Phalacrocorax carbo) è un uccello acquatico di grandi dimensioni con piumaggio nero lucente e i riflessi blu-verdastri. Ha una lunghezza di circa 80-100  cm e godono di una buona vista (fino a 9 metri). In ambito riproduttivo presentano alcune zone bianche su mento, lati del capo e cosce; gli individui immaturi sono più bruni con ventre bianco. Si immerge in cerca di pesci per il suo nutrimento, si dice che possano mangiare fino a 50 kg di pesce al giorno. Le piume sono permeabili e passa molto tempo al sole per asciugarle.

Tuffetto

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Il tuffetto (Tachybaptus ruficolis) è un uccello acquatico di piccole dimensioni, circa 24-29 cm e un’apertura alare di circa 40-45 cm. In estate è di colore nerastro sfumato di bruno, con gola e guance castane e una zona giallastra alla base del becco; in inverno è bruno opaco con fianchi e collo di colore fulvo. Si immerge in cerca di invertebrati acquatici e piccoli pesci. In natura si riconoscono 9 sottospecie.