Il sapore dell’Artico

Tromsø è una città che ha molto da offrire sotto il punto di vista delle escursioni e della natura, sia in inverno sia in estate. Per chi è amante dell’avventura e della natura, è una tappa che non può mancare. In particolare due escursioni hanno riempito le mie giornate qui e mi hanno fatto innamorare di questo posto: il whale watching safari e la northern light chasing, ovvero il safari delle balene e dell’aurora boreale. Entrambe possibili solo durante il periodo invernale. A Tromsø ci sono numerose agenzie che organizzano queste escursioni, per tutti i gusti e tutte le tasche. Quelle più economiche le ho pagate attorno ai 100 euro, ma sono soldi che rispenderei subito. Ne è valsa veramente la pena.

Il whale watching safari parte la mattina, orario di ritrovo alle 8,45 presso il porto. L’escursione era organizzata dalla Polar Charter (https://www.polarcharter.no) a bordo della Polar Girl. Costo dell’escusione NOK 1100 (circa EUR 124,00). La nostra guida ci ha subito illustrato la nostra rotta, in direzione della regione di Vengsøya, e le due specie di balene che avremmo potuto incontrare nella zona.

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La Polar Girl
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La nostra rotta: noi eravamo diretta tra la zona 2 e 3

Subito la natura ci ha regalato il primo spettacolo con il sole che tentava di fare capolino attraverso le montagne, con una luce che era una via di mezza tra quella dell’alba e del tramonto. Se provi a dedurre l’orario tramite la luce, sbaglierai di sicuro!!! Una luce con dei colori che non ho visto da nessuna parte. Non so quante volte mi sia meravigliata di come la natura sia la migliore pittrice di se stessa.

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E’ mattina o pomeriggio? Lo spettacolo della natura verso Vengsoya

Nella zona in cui eravamo diretti si possono incontrare due specie di balene: l’orca (killer whale in inglese o spekkhogger in norvegese) e la megattera (humpback in inglese o knolhval in norvegese).

L’orca è un mammifero appartenente alla famiglia dei Delfinidi. Le loro dimensioni vanno dai 7 ai 10 metri e raggiungono un peso di più di 6 tonnellate. La loro aspettativa di vita in libertà è tra i 50 e gli 80 anni. Si trovano in tutti i mari e gli oceani del mondo, dalle regioni artiche e antartiche fino ai mari tropicali; solo alcune migrano verso l’equatore in estate. In Norvegia ne vivono circa 1500 esemplari che si muovono a gruppi di 2 o 3. Le popolazioni sono in genere suddivise in “residenti” e “transienti”: i “residenti” tendono a preferire i pesci per il loro sostentamento mentre i “transienti” i mammiferi marini come foche, leoni marini e persino balene (le foche vengono catturate facendole cadere dai banchi di ghiaccio).

Le orche emettono una gran varietà di suoni per comunicare: ogni branco produce particolari rumori che i rispettivi membri riconoscono in lontananza. I suoni viaggiano sotto l’acqua finchè non incontrano altri oggetti; tornando indietro rivelano posizione, dimesione e forma.

Nei confronti dei loro cuccioli, le orche hanno un atteggiamento protettivo. La gestazione ha una durata di circa 17 mesi e partoriscono un solo piccolo nelle acque basse per poi portarlo vicino a uno dei suoi parenti.

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Una delle migliori foto dell’orca che abbia fatto

La megattera è un cetaceo misticeto della famiglia Balaenoperiadae. Il nome deriva dal greco méga pterón, che significa “grande ala”, in riferimento alle grande pinne pettorali che possono raggiungere una lunghezza pari a un terzo di quella del corpo e che sono le più lunghe di tutti i cetacei. La loro lunghezza può variare dai 14 ai 19 metri e pesano circa 40 tonnellate.

Le megattere si possono trovare in tutti gli oceani, ma sono balene tipicamente costiere. Compiono delle lunghe migrazioni per spostarsi dalla zona in cui si cibano, nelle regioni polari, a quelle in cui si accoppiano e partoriscono nelle acque subtropicali o tropicali. Si cibano principalmente di krill (piccoli crostacei) e piccoli pesci.

I maschi producono un complesso canto che può durare da 10 a 20 minuti e viene ripetuto per diverse ore. Lo scopo di questo canto non è chiaro, si suppone che abbia un ruolo nell’accoppiamento.

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Megattera

Dal porto abbiamo navigato circa un paio d’ore per raggiungere il punto migliore per osservare le balene, ma quando si ha a che fare con la natura e gli animali selvatici è necessario avere infinita pazienza. Ed è ciò che ho dovuto avere quella mattina. Spesso ci dirigevamo verso la zona venivano avvistatati i cetacei, andavano sott’acqua per poi ricomparire nel punto dove eravamo in precedenza; oppure erano più vicine ad altre imbarcazioni che alla nostra. Alla fine la nostra pazienza è stata ampiamente ricompensata: per un’ora abbiamo assistito allo spettacolo della natura tra gabbiani, orche e megattere. Siamo rimasti un’ora in più rispetto all’orario stabilito, ma come ha detto la nostra guida ne è valsa assolutamente la pena!!! Non c’è cosa più bella che ammirare gli animali nel loro ambiente naturale.

Tromsø: alla ricerca di balene e aurore boreali

Sono in aeroporto a Bergen in attesa del mio volo per Tromsø. Come mia abitudine, sono arrivata parecchio in anticipo, così cerco di passare il tempo osservando il viavai dell’aeroporto: osservo la gente e immagino le loro storie, immagino la loro impazienza per prendere un volo che li riporterà dai propri cari, la loro tristezza per una vacanza finita, l’arrabbiarsi con il povero addetto al check in per un sovrappeso bagaglio da pagare, la loro rabbia per aver perso un volo, la loro paura di volare. La paura del volo è comune a tante persone, a tanti passeggeri che ho avuto a bordo. Paura perchè sei per aria, fai qualcosa che è contro la natura dell’uomo. Ho sempre amato volare, a tal punto da farlo diventare il mio lavoro. Quando sono passeggera, mi metto al posto finestrino e osservo il panorama fuori. Spesso mi ritrovo persa nei miei pensieri.

L’aeroporto di Bergen è piccolino, non c’è molto da fare per passare qualche ora: c’è qualche bar, un’edicola con qualche souvenir. Sto collezionando calamite di ogni posto che visito da attaccare sul frigorifero. Ho dimenticato il giorno precedente di comprarne e decido di farlo in aeroporto. Una volta passati i controlli di sicurezza, c’è qualche bar in più. Rimango in attesa del mio volo.

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Dash 8 Q400 Fly Wideroe

Il volo è operato da una compagnia locale, Fly Widerøe, con un aeromobile da circa un centinaio di passeggeri, il Dash 8 Q400. E’ la prima volta che volo con questo tipo di aereo, finora il più piccolo sul quale abbia mai volato e lavorato è l’Embraer 170 (72 posti). Dopo un cambio di gate, riesco finalmente a imbarcarmi e mi stupisco nel vedere di quanto sia piccolo l’aereo, più piccolo di quel che immaginassi. Seduta al mio amato posto finestrino, mi preparo per le 2 ore e mezza di volo che mi porteranno a Tromsø. Subito dopo il decollo, i fiordi fanno subito capolino sotto di me. Amo guardare il panorama dall’alto e fare fotografie. Sembrare di osservare una cartina geografico in 3D. Ogni volta cerco sempre di individuare la zona che stiamo sorvolando, che sia un fiume, una città o un lago non ha importanza. Guardare il mondo dall’alto e guardarlo anche da terra. Ti meravigli di quanto la natura sia stata perfetta.

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Sorvolando i fiordi

In avvicinamento a Tromsø, il paesaggio cambia: sembra più arido, più freddo,più spoglio, le cime ricoperte di neve. La prima sensazione che si ha è quella di avvicinarsi al Polo Nord. Tromsø è una città che si trova all’interno del Circolo Polare Artico e viene considerata la porta di accesso al Polo Nord e la capitale della Lapponia.

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Tromso

 

Qui a Tromsø mi ricongiungo con le mie amiche dopo l’iniziale separazione all’arrivo a Torp, anche se loro arriveranno in tarda serata. Appena fuori dall’aeroporto, in attesa dell’autobus che mi avrebbe portato in città, mi ha colpito la luce tipica del tramonto sebbene fossero solo le 14:30. Per la sua posizione geografica, 66°33′ 39” di latitudine Nord, in inverno si hanno pochissime ore di luce fino ad arrivare alla “notte polare” dal 23 novembre al 18 gennaio; in estate si assiste al fenomeno del “sole di mezzanotte” poiché il sole non scende mai sotto l’orizzonte. Tromsø è uno dei posti migliori dove osservare il fenomeno dell’aurora boreale durante il periodo invernale, uno dei miei obiettivi durante il mio soggiorno.

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Aeroporto di Tromso: foto scattata alle 14.30

Il centro cittadino si sviluppa su Tromsøya (Isola di Tromsø) e sulla terraferma a Tromsdalen e Kvaløya. Da entrambi le parti ci sono ponti (il più famoso e grande è il Brugeven), che collegano il centro con la periferia. Da visitare qui la Domkirke, chiesa luterana in legno, e quella cattolica in cima alla collina poco lontana; entrambe si fregiano del titolo di “sede episcopale più settentrionale” per le rispettive confessioni. Dal centro di Tromsø, prendendo l’autobus 20 o 24 e attraversando il ponte, si può visitare la Cattedrale dell’Artico (Ishavskatedralen), composta da 11 archi triangolari che ricordano i crepacci dei ghiacciai. Per entrare è necessario pagare un ticket di 40 NOK, circa 5 euro.

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Domkirke
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Ponte Brugeven e la Cattedrale dell’Artico in fondo

Concluso il giro del centro città, sono rientrata in albergo. Il giorno successivo sarebbe stato pieno di impegni: la mattina partenza per il whale watching safari e il pomeriggio escursione per cercare l’aurora boreale.

Il mite autunno di Bergen

Il mio primo ricordo di Bergen è la sensazione di autunno mite, quasi “italiano”. Dal gelo di Oslo alle temperature piacevoli di Bergen. Era il primo pomeriggio quando sono uscita dalla stazione con le valigie per dirigermi verso l’ostello che avevo prenotato. L’ho trovato quasi subito: dalle indicazioni avevo visto che si trovava a pochi minuti dalla stazione, al quarto piano di una vecchia palazzina. La posizione del Marken Guesthouse è ottima: vicina al centro, pochi minuti di passeggiata. Prezzo per posto letto in dormitorio femminile e noleggio di lenzuola e asciugamani euro 66 circa. L’ostello è pulito, con cucina e bagni in comune. Nel dormitorio ogni letto ha il proprio armadietto assegnato da chiudere con la chiave che ti viene consegnata al check in. Una volta sbrigate le procedure di check in, subito in esplorazione della città.

Il secondo ricordo sono le casette colorate con il tetto spiovente lungo i monti che la circondano, tipiche del Nord Europa.Bergen è una cittadina circondata da sette colline e da sette fiordi: è infatti la “porta di accesso” per i fiordi più famosi, come Hardangerfjord (famoso è Trolltunga) o Lysefjord (Preikestolen o Kjeragbolten vi dicono qualcosa??). Il centro di Bergen è il quartiere di Bryggen, nome che significa “molo” o “approdo”, e si estende lungo il porto. Il quartiere fu ricostruito dopo un incendio nel 1702. Caratteristica di questo sito, inserito dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità, sono le file parallele di edifici dal tetto spiovente che oggi ospita negozi di souvenir e boutique. Nel corso della sua storia Bergen fece parte della Lega Anseatica, termine che porta la memoria a storia moderna delle scuole medie….

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Bryggen
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Preikestolen (Foto dal web)
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Kjeragbolten (Foto dal web)
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Trolltunga (Foto dal web)

Un’escursione da fare a Bergen è la salita sulla vetta del monte Fløyen (320 m), uno dei monti che circondano la città. Si può fare a piedi oppure utilizzando la funicolare (Floibanen) che in 10 minuti circa arriva in cima. Il tragitto prevede alcune fermate. Prezzo del biglietto andata e ritorno 85 NOK, circa 10 euro. Dalla cima si gode di una splendida vista sul fiordo e sulla città. Bergen ha una luce particolare al tramonto. La luce del tramonto emana un calore particolare: i monti che circondano la città la proteggono dal freddo, aiutata anche dalla corrente del Golfo. Nei giorni in cui sono stata lì, non ho sofferto particolarmente il freddo se non la sera, andavo in giro senza guanti e cappello. Dalla cima partono vari percorsi escursionistici, indicati sulla Walking Map of Mount Fløyen. Tra questi il sentiero che porta all’altro monte che circonda Bergen, il monte Ulriken (642 m). Il sentiero era coperto di foglie autunnali e un po’ di neve, ma i colori caldi delle foglie e della luce del tramonto sovrastano il freddo bianco della neve.

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Tramonto dal Monte Floyen
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Monte Floyen

Storia della ragazza che non voleva viaggiare da sola

C’era una volta una ragazza che voleva girare il mondo. Aveva però paura a farlo da sola. Pur essendo assistente di volo di professione, quando si trattava di viaggiare in solitaria si bloccava e rinunciava a partire. Purtroppo le sue ferie non coincidevano mai con quelle dei suoi amici. Finchè un giorno si stufò di questa situazione e decise che doveva assolutamente liberarsi di questo suo limite mentale. E iniziò a pianificare il suo primo viaggio in solitaria, la sua prima vacanza dopo 8 anni. Si, 8 anni. L’ultima vacanza a Sharm El Sheik post laurea.

Aveva 10 giorni di ferie nel mese di novembre e iniziò a pensare alla meta della sua vacanza. Lista di possibili mete:

  • Isole Canarie: no, ci andava quasi tutte le settimane per lavoro.
  • Posti caldi (Mauritius o Maldive o simili): no, troppo dispendioso e ci era già stata per lavoro
  • Australia: troppo costoso per organizzare tutto in poco tempo
  • Stati Uniti: idem come sopra

Dove poteva andare? Decise che la prima vacanza in solitaria doveva essere in un luogo dove non fosse mai andata, un qualcosa che fosse diverso dalle solite vacanze nel periodo invernale. Le venne in mente un posto che avrebbe voluto visitare: i fiordi. Meta scelta: Norvegia.

Era del tutto inusuale andare in Norvegia a novembre, ma sentiva che era la scelta giusta. Iniziò a pianificare il suo viaggio e scoprì che la Norvegia aveva tanto da offrire anche nel periodo invernale. Si entusiasmò nell’organizzare la sua vacanza, a tal punto di avere già in mente un itinerario per una “versione estiva”.

Stavolta capitò qualcosa che mai era successo: nell’organizzare la sua vacanza, altre persone vollero aggiungersi. Lei acconsentì. Loro avrebbero fatto un itinerario diverso dal suo e si sarebbero riviste solo nel corso degli ultimi giorni. Gli altri li avrebbe trascorsi per suo conto.

Passarono i giorni e la partenza si avvicinava. L’entusiasmo aumentava. Era tutto pronto: valigia, macchina fotografica e guida di viaggio.

Il giorno della partenza l’entusiasmo e la carica era a mille: l’avventura stava per iniziare.

Quella ragazza ero io. Questa è la mia storia.

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Le mie compagne di viaggio: la guida della Norvegia e la macchina fotografica